Differenze tra realtà virtuale realtà aumentata e realtà mista.
Oggi si sposta il focus del suo metaverso dalla VR alla AR, ma che cosa cambia fra una e l’altra? E che cos’è la realtà mista, che le unisce tutte?
Il 2023 sarà senza dubbio l’anno delle intelligenze artificiali, arrivate a Hollywood senza troppi clamori e ormai usate stabilmente per film e serie tv e anche finite nelle mani dei cybercriminali. Forse sarà anche l’anno della definitiva consacrazione della realtà virtuale e del metaverso, anche se magari non inteso come lo intende Zuckerberg.
Per questo, per evitare di arrivare impreparati, è forse arrivato il momento di ribadire una volta per tutte che cosa si intenda per realtà virtuale, realtà aumentata e realtà mista e quali siano le differenze fra le 3. Soprattutto fra le ultime due, che sono quelle più facilmente sovrapponibili e che più facilmente si possono confondere fra loro.
In questo articolo parleremo di Metaverso cercando di spiegare cos’è e come funziona. La finanza decentralizzata (Defi) ha fatto nascere moltissime opportunità tra cui lo sviluppo di applicazioni, gaming e realtà virtuale.
Il recente cambio di nome di Facebook in Meta ha fatto esplodere l’interesse verso quello che molti definiscono il web 3.0 ovvero la rete Internet del Futuro. Il settore delle criptovalute sta abbracciando questa “rivoluzione” creando opportunità per investire nel metaverso ed applicazioni che probabilmente useremo nella vita reale di tutti i giorni.
Cerchiamo quindi di capire cos’è il Metaverso, quali sono le sue applicazioni principali ed i settori in cui poter investire.
Che cos’è la realtà virtuale
In sigla VR, è la prima cui pensiamo quando pensiamo agli ambienti virtuali (appunto), che diventano accessibili attraverso un visore da tenere davanti agli occhi. Gli esempi classici arrivano dai videogiochi e pure dalla letteratura e dal cinema: i protagonisti di Ready Player One, per esempio, hanno proprio a che fare con la realtà virtuale. Si chiama così perché il mondo in cui ci si trova a muoversi si sostituisce totalmente a quello reale, che scompare davanti ai nostri occhi, non è più visibile e anche difficilmente percepibile. Grazie anche all’uso di sensori e periferiche per le mani, è decisamente quella che regala la maggiore sensazione di immersività ma anche quella meno utilizzabile nella vita di tutti i giorni.
Differenze tra realtà virtuale realtà aumentata e realtà mista
Che cos’è la realtà aumentata
La sigla qui è AR, ed è quella verso cui Meta sta cercando di spostare l’idea del suo metaverso, dopo aver insistito per oltre un anno su quella virtuale. Si chiama così perché in questo caso la realtà vera non scompare davanti ai nostri occhi: resta visibile ma è (appunto) augmented, cioè aumentata, potenziata, arricchita da un ulteriore strato di informazioni che le si sovrappone. Non necessariamente serve un visore per goderne (anzi, quasi mai): è realtà aumentata la navigazione satellitare delle auto che usano la videocamera per riprendere strade e incroci e mostrare indicazioni stradali più precise, oppure quella di Google Maps, accessibile più o meno da qualsiasi smartphone (immagine qui sopra). Un altro esempio classico è quello degli occhiali su cui vengono sovraimpressi dati su quello che si sta guardando o ascoltando: la realtà resta lì e possiamo vederla, però è più ricca.
Che cos’è la realtà mista
In sigla MR e detta anche realtà ibrida, viene spesso confusa con la realtà aumentata ma è in effetti un mix (come dice il suo nome) fra questa, la realtà virtuale e quella reale. Un esempio facile per capire è il film Minority Report, con Tom Cruise che agisce su comandi e interfacce invisibili agli altri, ma è realtà aumentata anche quello che fa la startup italiana GeckoWay con i musei e le opere d’arte. Qui sì che (di solito) serve un visore per vedere tutto, perché la realtà vera non è solo aumentata con informazioni e dati, ma accoglie al suo interno oggetti, componenti o avatar di persone che in realtà non ci sono, sono altrove o semplicemente non esistono. Che possiamo vedere, tutte insieme, davanti ai nostri occhi e con cui possiamo interagire.